di Antonella De Giuli
Il paragone è il ladro della gioia.
(Theodore Roosevelt)
Essere costantemente connessi ha un prezzo, e a volte a pagarlo è la nostra autostima, magari nei momenti in cui, navigando su internet e sui social, ci imbattiamo in stralci di vita apparentemente meravigliosa di persone di successo, amici, colleghi o semplicemente di vicini di casa.
L’attrice nostra coetanea che nelle foto su Instagram dimostra dieci anni di meno, il collega che nei fine settimana pubblica le immagini di viaggi e di cene in ristoranti famosi, l’amica che riempie il profilo social di foto con capi in linea con le nuove tendenze… oggigiorno le occasioni per scoprire di “avere qualcosa in meno” degli altri sono davvero tantissime.
Nonostante la nostra capacità di valutazione razionale, di fronte ad immagini esaltanti, che riescano a rendere quasi tangibili proprio quelle possibilità che noi non abbiamo, ci può accadere di provare istintivamente un senso di “mancanza”, di invidia o di risentimento. L’immagine ci colpisce con una tale immediatezza che non riusciamo a prendere la giusta distanza per considerarla per quello che è, cioè una semplice immagine e in noi possono farsi strada piccole o grandi sensazioni negative (frustrazione, sensazione di “non avere abbastanza”, senso di inferiorità, irritazione…).
Il “bisogno” di confronto
Il bisogno di confronto, tipico degli esseri umani, ha origini antichissime. L’uomo primitivo, per sopravvivere, aveva la necessità di appartenere ad un gruppo, perché i rischi a portata di mano erano talmente tanti che una persona da sola non sarebbe stata in grado di fronteggiarli. Allora era necessario fare di tutto per farsi accettare, per ottenere e mantenere la protezione del gruppo ed era naturale avvertire la necessità di confrontarsi costantemente con gli altri, per avere la conferma di essere adeguati, di essere all’altezza, di essere utili.
Sono passati secoli, ma la nostra mente non è cambiata e per questi “vecchi motivi” continua a spingerci al confronto con gli altri. Purtroppo però le persone con cui confrontarci non sono più soltanto quelle appartenenti ad un gruppo ristretto come la cerchia familiare … oggi, grazie ad internet, possiamo confrontarci con il mondo intero, aumentando in modo esponenziale la possibilità di scoprire qualcuno che ha “qualcosa in più” di noi e il rischio di avvertire la sensazione di “non essere abbastanza”… (bello, ricca, intelligente, riconosciuto..). Per qualcuno di noi, questa sensazione può contribuire a generare pensieri di inadeguatezza, per altri può spingere a sviluppare sentimenti di invidia verso chi abbia quel “qualcosa in più”, a prescindere dal fatto che abbia faticato o meno per ottenerlo.
Come possiamo gestire le sensazioni che nascono da questo bisogno di confronto?
Imparando a riconoscerle, ad accettarle e a guardare a ciò che c’è di buono nella nostra vita, con la consapevolezza che ciò che conta sono i nostri valori, quello che siamo realmente, ciò che costruiamo ogni giorno con fatica. Impariamo ad apprezzare ogni piccola cosa che facciamo, a provare gratitudine per ogni nuova giornata da vivere e che abbiamo vissuto, a valorizzare noi stessi e ciò che abbiamo.
Se ci accorgiamo di provare invidia per le vite documentate sui social, limitiamo l’utilizzo dei social allo stretto necessario (ad esempio per mantenere contatti con amici lontani).
Proviamo a parlare di più con le persone, a dedicare tempo a chi ci sta vicino, a chi ci vuole bene e ai nostri interessi, a vivere con serenità una vita in cui siamo protagonisti senza confronti e non semplici osservatori.
Invece di “seguire” gli altri, proviamo ad aprirci a nuove esperienze “sociali” come il volontariato, creando veri contatti a cui dedicare il nostro tempo, che ci aiutino a guardarci dentro e a comprendere che spesso non ci accorgiamo di avere tanto e di poter dare tanto.
I sentimenti sono un grande patrimonio, anche se non si possono fotografare e postare!